Via Martiri delle Foibe, 9 (ang. V.le Elvezia) - Monza (MB)
Visita nutrizionistica
Credit: Morena Benazzi
Cosa devo portare?
Carta di identità
Tessera sanitaria/codice fiscale
Quanto dura la visita?
80 minuti la prima visita
30 minuti i controlli
Quanto costa?
142,00 € prima visita
92,00 € controlli
Informazioni utili
Di cosa si tratta:
La dieta metabolico-stimolante fa parte di un concetto più ampio, quello del Reb-Rev (Rebalance-Revolution), vale a dire un approccio evolutivo alla medicina che persegue il ritrovamento del proprio equilibrio attraverso il rispetto di determinati core-habits. In pratica comportarsi come la nostra specie si è evoluta per fare. Lo sviluppo del nostro approccio nutrizionale è iniziato più di 30 anni fa, quando il Prof. Manlio Cipolla (ex giocatore professionista di calcio dell’Inter e successivamente medico della stessa squadra) ha iniziato la ricerca di un regime nutrizionale equilibrato, in grado di soddisfare le esigenze degli atleti.
Il Prof. Ezio Giani sta continuando questo studio seguendo le più importanti squadre di basket italiane come Armani Jeans e Pallacanestro Cantù.
Lo stesso stile nutrizionale si rivela essere una buona terapia anche contro le malattie metaboliche come il diabete mellito, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e così via, con tutti i parametri del sangue migliorati nei nostri pazienti e atleti (abbiamo anche effettuato uno studio specifico sulla composizione, in termini di acidi grassi, delle membrane cellulari).
II Dr. Rapuzzi, atleta di endurance oltre che medico, ha adattato questa dieta alle esigenze degli atleti impegnati in sport di resistenza, in modo da sviluppare una sorta di periodizzazione della dieta molto simile alla periodizzazione dell’allenamento durante l'anno. Il primo passo è una induzione metabolica. La chiave di questa fase è il controllo dell'insulina, essendo il successivo l'accoppiamento del livello di insulina e di altri mediatori quali mTORC1 con le concentrazioni dell’ormone della crescita e del testosterone.
Misurando l’attività enzimatica e il quoziente respiratorio a riposo, abbiamo scoperto che la maggior parte dei pazienti e degli atleti usano il metabolismo dei carboidrati come preferenziale. Così, al fine di indurre tutte le altre vie metaboliche, in questa fase si riducono gli alimenti ad alto indice e carico glicemico a favore di alimenti con alto contenuto di proteine ​​ed alimenti con alto contenuto di grassi “buoni”, evitando alimenti ricchi di antinutrienti, cercando parallelamente di bloccare tutte quelle vie che portano ad un aumento dello stress ossidativo o del cortisolo, permettendo ad ogni paziente e/o atleta di apprendere come mangiare a sazietà sapendosi autoregolare.
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A chi si rivolge:
Possiamo dividere in nostri pazienti dietologici in tre grosse categorie: la categoria A, gli atleti delle categorie giovanili o assolute, sono quelli che devono vincere le gare, per i quali è accettabile quale “effetto collaterale”, ma per i quali è comunque importante ottenere il massimo del beneficio prestativo con il minor impatto sulla salute anzi se possibile migliorandola, e donando loro anche un’invecchiamento di successo. La seconda categoria è la B (balance), quella dei professionisti ma non nel senso di giocatori di basket o ciclisti, bensì medici o idraulici, vale a dire chi fa un mestiere che non è lo Sport ma vuole comunque migliorare le proprie caratteristiche generali come resistenza o forza esplosiva e magari togliersi qualche soddisfazione in Gran Fondo, sul parquet, sul tatami o dove preferisce; da amatori si intende, dunque non sfociando nell’ossessione ma dando il giusto spazio a tutto nella vita: salute, affetti, lavoro, sport. E l’ultima categoria è la H (healing), quella dei pazienti patologici (seguiamo dalle patologie metaboliche come diabete ed ipertensione o obesità fino a quelle autoimmuni, alle quali è dedicata una nostra pubblicazione precedente) per i quali l’obiettivo, da ottenere grazie ad alimentazione, esercizio fisico, igiene del sonno per citare alcuni degli interventi principali, è innanzitutto il miglioramento del quadro clinico, se possibile, la riduzione o eliminazione della terapia in atto. Quando non vincere le proprie personali competizioni che potrebbero essere anche riuscire a fare le scale di casa o toccarsi la punta dei piedi.